QUALITA'
La qualità in sanità e la norma ISO 9001. Il rischio clinico . La gestione della qualità . La direzione, la supervisione e il coordinamento . Gli indicatori in sanità . La qualità dell’assistenza riabilitativa.
Prevenzione e protezione.
la prevenzione primordiale ha lo scopo di ridurre al minimo i fattori di rischio potenziali per la salute, evitare che siano presenti fattori (ambientali, economici, sociali o comportamentali) noti come determinanti per il rischio di malattia; essa è orientata sui determinanti di salute e di malattia e non sul livello di esposizione degli individui stessi. Ad esempio, il controllo delle acque/la gestione dei reflui è una prevenzione primordiale, perché a monte si impedisce l’arrivo dell’acqua inquinata ai diretti interessati, oppure riguarda la prevenzione primaria anche il divieto ai minorenni di utilizzare bevande alcoliche, anche ciò avrà lo scopo di evitare che essi siano esposti preventivamente al rischio. - La prevenzione primaria (prevention of occurrence) agisce verso chi non è esposto al rischio, agisce rimuovendo i fattori di rischio, potenziando le difese, agendo sulla modifica dei comportamenti scorretti (come fumo, alcol, sedentarietà…) e la modifica ambientale, per fare ciò sono necessarie delle norme di legge (ad esempio per mantenere l’aria, cioè un determinante di salute, ad una certa qualità, è necessario che vi sia una legge che specifichi che gli inquinanti nell’aria non devono superare certi livelli), adeguate pubblicità e l’educazione al fine di fare informazione; si può inoltre agire anche sulla pressione sociale, sull’ambiente naturale, sociale e di lavoro. Rientra nella prevenzione primaria la medicina del lavoro. La modifica del comportamento può essere ottenuta anche tramite l’informazione, la motivazione ed i servizi adeguati (perché si può dire al paziente obeso che sia sbagliato spostarsi sempre con la macchina e non camminare mai, ma se non ci sono adeguati mezzi pubblici il soggetto non avrà una reale alternativa alla sua condizione problematica e non si otterrà nessun risultato). - La prevenzione secondaria (prevention of progression) invece è indirizzata al soggetto già malato (anche se asintomatico). Sarà dunque necessario identificare i soggetti a rischio ed effettuare una diagnosi precoce. - La prevenzione terziaria è rivolta al soggetto malato nel quale la malattia si è già espressa (ad esempio nel malato cronico). È in questo settore che agisce la riabilitazione, volta a migliorare la qualità della vita e a consentire il recupero sociale del paziente.
MEDICO COMPETENTE
Il problema della sicurezza sul lavoro è nata durante la rivoluzione industriale del
diciannovesimo secolo durante la quale i lavoratori, sia per l’insalubrità dei luoghi di lavoro,
sia per l’insorgenza di patologie e infortuni correlati al lavoro, iniziarono ad organizzarsi al
fine di migliorare le loro condizioni lavorative sia in tema di sfruttamento che di sicurezza e
di salubrità dei luoghi di lavoro.
In seguito, viene riportato un breve excursus storico circa i progressi in ambito legislativo
riguardo la tutela dei lavoratori.
I principi cardine dell’attuale ordinamento possono essere ricondotti alla Costituzione della
Repubblica Italiana e al Codice Civile nei seguenti articoli:
• Art. 32 Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
• Art. 41 comma 2 Costituzione: L'iniziativa economica privata è libera. Non può
svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute,
all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
• Art. 2087 c.c.: Tutela delle condizioni di lavoro. L'imprenditore è tenuto ad adottare
nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro,
l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità
morale dei prestatori di lavoro.
Uno dei primi decreti volti a tutelare l’igiene negli ambienti di lavoro è il D.P.R. 303/1956, il
quale regolamentava la salute e la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, ponendo
delle norme in merito a vari aspetti:
- AMBIENTI DI LAVORO
- DIFESA DAGLI AGENTI NOCIVI
- SERVIZI SANITARI
- SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI
- NUOVI IMPIANTI
Successivamente con il Decreto Legislativo 626/94 vennero attuate delle direttive
89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,
90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42, 98/24 e 99/38 riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori ponendo particolare attenzione
al rischio cui gli stessi lavoratori possono essere esposti nello svolgere l’attività lavorativa.
URP
L'URP svolge un ruolo centrale di comunicazione pubblica ed istituzionale del Ministero. L'Ufficio
svolge un ruolo un di coordinamento e di gestione delle informazioni volto ad assicurare
l'omogeneità e l'uniformità delle stesse e a renderle disponibili al pubblico, in modo che esse
siano accessibili a tutti.
Sviluppa le relazioni con le persone e le associazioni, potenzia ed armonizza i flussi di
informazioni tra tutti gli Uffici interni e afferma il diritto degli utenti ad una comunicazione
efficace svolgendo un ruolo strategico nei processi di comunicazione esterna ed interna
attraverso l’esecuzione delle seguenti attività:
a) informativa, mediante un'attività di orientamento, e consulenza rivolta agli utenti;
b) di servizio, con la diretta produzione di servizi, prestando assistenza ed attraverso la presa in
carico e soluzione di eventuali problemi che ostacolanti fruizione degli stessi;
c) propositiva, riguardo l'ottimizzazione dei servizi di comunicazione pubblica e la progettazione
di nuovi;
d) di integrazione, tra le attività di comunicazione esterna ed esterna;
E) conoscitiva mediante la rilevazione di nuovi bisogni, delle attese e della qualità percepita da
parte degli utenti; customer satisfaction
f) promozionale, dei servizi offerti dal Ministero;
G) di mediazione, tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione attraverso la gestione delle
problematiche e istanze di disservizio avanzate dagli utenti;
h) formativa, attraverso iniziative di informazione riivolte agli utenti del servizio.