Il corso ha come scopo quello di far acquisire agli studenti i principi fondamentali dei processi metamorfici e magmatici che concorrono alla formazione dei basamenti cristallini nei diversi contesti geologico-geodinamici. A tal fine lo studente alla fine del corso dovrà essere in grado di:
a) comprendere i principi fondamentali della reologia delle deformazioni dello stato solido e delle proprietà elastiche e meccaniche dei principali litotipi costituenti la crosta continentale;
b) saper descrivere e classificare i diversi tipi di strutture deformative, ricostruendone l’ambientazione e l’evoluzione spazio-temporale;
c) saper raccogliere, trattare, mappare e rielaborare dati strutturali disaggregati, identificandone lo stile e ricostruendone l’evoluzione nel tempo e nello spazio;
d) saper leggere ed interpretare carte geologiche in aree di basamento cristallino;
e) saper ricostruire i rapporti deformazione - blastesi intercorsi durante l’evoluzione tettono-metamorfica di un basamento;
f) Saper determinare, con l’integrazione di opportune tecniche geotermobarometriche, i cambiamenti di pressione e temperatura registrati dalle rocce di basamento, ricostruendone così le traiettorie P-T;
g) contestualizzare all'interno della geodinamica paleozoico-oligocenica la dinamica delle microplacche calabro-peloritane nel Mediterraneo occidentale.
Il corso si svolge attraverso l'erogazione frontale di 6 CFU per un totale di 42 ore articolate in lezioni in power-point alternate con esercitazioni pratiche in aula con l'ausilio di campioni a mano e in sezione sottile perlopiù di rocce metamorfiche.
Ulteriori 3 CFU di terreno per un totale di 36 ore vengono invece erogati durante una campagna geologica della durata di quattro giorni su terreni metamorfici prevalentamente ubicati in Sicilia nord orientale e Calabria meridionale. Gli studenti vengono suddivisi in gruppi di quattro o cinque unità, viene data loro un'area già corredata di una cartografia geologica muta. Gli studenti dovranno specificare i tematismi in legenda e dovranno fare una serie di stazioni dove prenderanno una serie si misure strutturali connesse alle fasi deformazionali dell'area presa in esame.
• Conoscere i principi classificativi delle rocce ignee e metamorfiche;
• Conoscere i principi di microscopia ottica per il riconoscimento dei minerali fondamentali;
• Conoscere le basi teoriche dell'utilizzo delle proiezioni stereografiche;
• Conoscere i fondamenti dell’attuale assetto geologico-geodinamico centro-Mediterraneo.
Obbligatoria secondo le norme dettate dal regolamento del CdS. A garanzia di pari opportunità e nel rispetto delle leggi vigenti, gli studenti interessati possono chiedere un colloquio personale in modo da programmare eventuali misure compensative e/o dispensative, in base agli obiettivi didattici ed alle specifiche esigenze.
Modulo di Geologia dei basamenti cristallini: 6 CFU (42 ore)
PARTE 1°
INTRODUZIONE
Principi e scopi della Geologia del Cristallino. Descrizione dei principali processi orogenetici. Il gradiente geotermico e la sua influenza sulla genesi dei basamenti cristallini.
PARTE 2°
PROPRIETÀ MECCANICHE DELLE ROCCE
Principi di reologia dello stato solido: Analisi dello stress e dello strain. Storia dello strain: Strain coassiali e non coassiali. strain totale, strain incrementale, deformazione progressiva. Il comportamento reologico di minerali e rocce: Meccanismi deformativi inter- ed intra-cristallini; Fattori di controllo dello strain in rocce monomineraliche e polimineraliche. I processi di recovery. Le principali leggi di flusso nella reologia dei corpi solidi.
Parte 3°
ANALISI MESO-MICROSTRUTTURALI
Foliazioni e lineazioni. Descrizione e classificazione delle pieghe. Modelli teorici di piegamento. Distribuzione dello strain nelle pieghe. Geometria e tipi di interferenza strutturale. Metodi di analisi strutturale in aree polideformate: L'utilizzo del reticolo di Schmidt nella proiezioni di dati strutturali. Esempi di calcolo di elementi geometrici. Concetti di simmetria nelle strutture. Elaborazione statistica dei dati attraverso l’ausilio di software. Definizione di zona di taglio. Classificazione delle rocce di faglia e loro collocazione nei vari livelli crostali. Gli indicatori cinematici. Caratteri microstrutturali delle cataclasiti e delle miloniti. Le pseudotachiliti. Riconoscimento ed interpretazione delle microstrutture metamorfiche.
Parte 4°
RICOSTRUZIONE DEI RAPPORTI BLASTO-DEFORMAZIONALI, IL CONCETTO DI EQUILIBRIO TESSITURALE, CENNI DI GEOTERMOBAROMETRIA, LA RICOSTRUZIONE DELLE TRAIETTORIE P-T-d-t.
Ricostruzione dei rapporti blasto-deformazionali: Cronologia degli eventi deformativi. Cronologia degli eventi blastici. Relazioni cronologiche fra deformazione e blastesi anche attraverso tecniche di analisi di immagine (Volumi effettivamente reagenti e Bulk chemistry efficace). Elementi di geotermobarometria: La ricostruzione delle curve P-T-d-t. Il rinnovamento mineralogico durante i processi metamorfici e il concetto di sequenza di paragenesi. Evoluzione delle tecniche geotermobarometriche: i database termodinamici e il calcolo dei diagrammi di fase: le pseudosezioni. La ricostruzione dei cicli orogenici: processi di approfondimento ed esumazione/denudamento.
Parte 5°
LA GEODINAMICA DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE DALLA FINE DEL PALEOZOICO ALLE FASI PLIO-PLEISTOCENICHE
L'evoluzione geologico-geodinamica dell'Orogene Calabro Peloritano (OCP). Il ciclo orogenetico Varisico vs. il ciclo orogenetico Alpino. Il ruolo delle shear zone crostali nella strutturazione attuale dell'OCP. Ricostruzioni palinspastiche dell'OCP fino alla transizione Oligo-Miocenica.
Modulo di Rilevamento : 3 CFU (36 ore)
TECNICHE DI RILEVAMENTO
Misure sul terreno: giacitura degli elementi planari e lineari. Rappresentazione cartografica con simbologia codificata. Stazioni di misura ed elaborazione dei dati strutturali. Ricostruzione spazio-temporale degli eventi deformativi. Distinzione delle simbologie strutturali su base tempo-relativa. Caratterizzazione tessiturale e strutturale delle strutture deformative. Riconoscimento mesoscopico delle associazioni paragenetiche in rocce di basamento. Penetratività e pervasività delle strutture deformative. Ambientazione genetica delle strutture deformative. Individuazione ed interpolazione dei limiti tra le unità. Esempi di ricostruzione grafica dei limiti e verifica della validità dei limiti d'interpolazione. Riconoscimento e caratterizzazione dei limiti tra rocce plutoniche e rocce metamorfiche. Cenni di cartografia geotematica, rilievi da drone e applicazioni GIS/GPS.
ELEMENTI DI TETTONICA
L’assetto tettonostratigrafico e l'evoluzione tettono-metamorfica delle unità di basamento nell'Orogene Calabro-Peloritanio. Strutture e stili tettonici. Tipologia e scala dei sistemi plicativi. Caratterizzazione e classificazione dei sistemi deformativi fragili. Influenza dei sistemi tettonici fragili (faglie e thrust) sulla dislocazione della continuità delle unità di basamento. Rapporti tra tipologie e tempi di messa in posto di unità plutoniche ed unità metamorfiche incassanti. Ricostruzione degli andamenti strutturali su carta: trend degli assi di piega, dei piani di foliazione e delle principali strutture lineari diversificati per generazione.
TESTI
Argomenti | Riferimenti testi | |
---|---|---|
1 | Descrizione dei principali processi orogenetici | Barker J., Fossen H.; Dispense |
2 | Il gradiente geotermico e la sua influenza sulla genesi dei basamenti cristallini. | Barker J., Fossen H.; Dispense |
3 | Principi di reologia dello stato solido: Analisi dello stress e dello strain. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
4 | Storia dello strain: Strain coassiali e non coassiali. strain totale, strain incrementale, deformazione progressiva. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
5 | Il comportamento reologico di minerali e rocce: Meccanismi deformativi inter- ed intra-cristallini | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Dispense |
6 | Fattori di controllo dello strain in rocce monomineraliche e polimineraliche. I processi di recovery. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Dispense |
7 | Le principali leggi di flusso nella reologia dei corpi solidi. | Dispense |
8 | Foliazioni e lineazioni. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
9 | Descrizione e classificazione delle pieghe. | Dispense |
10 | Modelli teorici di piegamento. | Dispense |
11 | Distribuzione dello strain nelle pieghe. | Dispense |
12 | Geometria e tipi di interferenza strutturale. | Dispense |
13 | Metodi di analisi strutturale in aree polideformate: Reticolo di Wulff; reticolo di Schmidt. Proiezione di un piano, proiezione di una linea. Esempi di calcolo di elementi geometrici. | Dispense |
14 | Elaborazione statistica dei dati attraverso l’ausilio di software. | Dispense ed esercitazioni in aula informatica |
15 | Ricostruzione dei rapporti blasto-deformazionali: Cronologia degli eventi deformativi. Cronologia degli eventi blastici. Relazioni cronologiche fra deformazione e blastesi. | Dispense; Vernon R.H.; Winter |
16 | Classificazione delle rocce di faglia e loro collocazione nei vari livelli crostali. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
17 | Gli indicatori cinematici. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
18 | Caratteri microstrutturali delle cataclasiti e delle miloniti. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
19 | Le pseudotachiliti. | Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense |
20 | Riconoscimento ed interpretazione delle microstrutture metamorfiche. | Dispense; Vernon R.H.; Winter |
21 | Misure sul terreno: giacitura degli elementi planari e lineari. | Attività di terreno |
22 | Rappresentazione cartografica con simbologia codificata. | Attività di terreno ed in aula informatica |
23 | Stazioni di misura ed elaborazione dei dati strutturali. | Attività di terreno ed in aula informatica |
24 | Ricostruzione spazio-temporale degli eventi deformativi. Distinzione delle simbologie strutturali su base tempo-relativa. | Attività di terreno |
25 | Caratterizzazione tessiturale e strutturale delle strutture deformative. | Attività di terreno |
26 | Riconoscimento mesoscopico delle associazioni paragenetiche in rocce di basamento. | Attività di terreno |
27 | Penetratività e pervasività delle strutture deformative. | Attività di terreno |
28 | Ambientazione genetica delle strutture deformative. | Attività di terreno |
29 | Individuazione ed interpolazione dei limiti tra le unità. | Attività di terreno |
30 | Riconoscimento e caratterizzazione dei limiti tra rocce plutoniche e rocce metamorfiche. | Attività di terreno |
31 | L’assetto tettonostratigrafico e l'evoluzione tettono-metamorfica delle unità di basamento nell'Orogene Calabro-Peloritanio. | Dispense |
32 | Strutture e stili tettonici. | Attività di terreno |
33 | Tipologia e scala dei sistemi plicativi. | Attività di terreno |
34 | Influenza dei sistemi tettonici fragili (faglie e thrust) sulla dislocazione della continuità delle unità di basamento. | Attività di terreno |
35 | Rapporti tra tipologie e tempi di messa in posto di unità plutoniche ed unità metamorfiche incassanti. | Attività di terreno |
36 | Ricostruzione degli andamenti strutturali su carta: trend degli assi di piega, dei piani di foliazione e delle principali strutture lineari diversificati per generazione. | Attività di terreno ed in aula informatica |
37 | Caratterizzazione e classificazione dei sistemi deformativi fragili. | Attività di terreno |
38 | Ricostruzione dell'evoluzione geologico-geodinamica dell'Orogene Calabro-Peloritano nel Mediterraneo centrale dalla fine del Paeozoico all'Oligo-Miocene. | Dispense |
La valutazione finale relativa al corso di Geologia dei basamenti cristallini prevede la possibilità (facoltativa) di espletare una prova in itinere sui principi di reologia dello stato solido durante il corso. Alla fine del corso il giudizio della prova in itinere verrà integrato con la produzione di un'elaborato di fine corso, normalmente sviluppato in gruppi da quattro o cinque studenti, relativo all'elaborazione statistica di misure strutturali prese autonomamente nelle zone di rilevamento su terreno: Samo o Palmi (RC) o Scifì (ME), contestualizzate all'interno del quadro geologico-geodinamico centro Mediterraneo a partire dal Paleozoico fino al passaggio Oligo-Miocenico.
Tale elaborato potrà essere presentato o in forma cartacea o attraverso l'ausilio di una presentazione power-point.
Durante e alla fine dell'esposizione dell'elaborato il docente chiederà agli studenti tutta una serie di nozioni teoriche di base, tra quelle trattate durante il corso.
Il voto finale prevederà una sintesi equilibrata tra il giudizio delle capacità di sintesi ed espositive dimostrate e il grado di maturità nella comprensione delle nozioni teoriche alla base del corso.