Il Laboratorio si propone di fornire gli strumenti per l’elaborazione del progetto di restauro di un manufatto architettonico che presenti problemi di conservazione. Obiettivo principale è quindi l’acquisizione di una metodologia di progetto che si sviluppa in tre fasi (conoscenza, interpretazione, definizione dell’intervento) proposta mediante lezioni frontali e messa in pratica mediante attività di esercitazione.
Il corso muove dall’integrazione delle conoscenze storiche, tecnologiche e strutturali acquisite dagli allievi negli anni precedenti del corso di studi, utilizzandole opportunamente in attività di studio e di applicazione pratica rivolte alla conservazione del patrimonio architettonico.
I passi del percorso progettuale sono illustrati mediante lezioni frontali che forniscono le conoscenze per la comprensione del manufatto architettonico (consistenza geometrica e materica, interpretazione dei meccanismi di deterioramento e delle trasformazioni intervenute nel tempo) e per la definizione dei criteri di intervento appropriati per la sua conservazione.
Gli incontri sono articolati in:
1) Lezioni frontali su questioni teoriche e metodo.
2) Attività laboratoriale.
Propedeuticità:
• Laboratorio di Progetto 3
• Teoria e Storia del Restauro
conoscenze di base: storia dell’architettura, tecnologie costruttive storiche, comportamento statico degli edifici.
La frequenza è obbligatoria nella misura del 70% del monte ore complessivo del laboratorio. Per gli aventi diritto ai sensi dell’art. 23 del Regolamento Didattico di Ateneo la percentuale di frequenza obbligatoria è del 50 %.
Conoscenza degli edifici storici: il percorso metodologico del restauro (conoscenza, interpretazione e progetto). La fase di conoscenza: il rilievo e la ricerca storico bibliografica; le principali fonti documentarie e il loro rapporto col manufatto; il rilievo della tecnica costruttiva (elementi e assemblaggi).
Analisi e interpretazione dello stato di conservazione: lettura delle evidenze sulla fabbrica, delle stratificazioni e delle trasformazioni intervenute. Identificazione dello stato di degrado e di deterioramento. Identificazione dei danni in atto e dei danni prevedibili (quadri fessurativi, meccanismi di collasso, scenari di danno).
Il progetto di restauro: metodologie d’intervento, principi informatori (reversibilità, compatibilità e minimo intervento) e soluzioni operative. Riorganizzazione dello spazio architettonico, riuso compatibile del patrimonio costruito, interventi locali e globali sulla costruzione muraria; tecniche di intervento conservativo: rafforzamento e miglioramento sismico. La scala urbana del restauro: riqualificazione dello spazio pubblico nei contesti consolidati.
1. VARAGNOLI, C., La materia degli antichi edifici, in Trattato di restauro architettonico, diretto da G. Carbonara, Torino, Utet, 1996, vol. I (pp. 303-470)
2. FIORANI, D., Rilievo del degrado e diagnostica, in Trattato di restauro architettonico, diretto da G. Carbonara, Torino, Utet, 1996, vol. II (pp. 523-580).
3. GIUFFRÈ, A. Guida al progetto di restauro antisismico, in Giuffrè, A. (a cura di), Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Laterza, Bari, 1993, (pp. 151 -180).
4. DOGLIONI, F. Ruolo e salvaguardia delle evidenze stratigrafiche nel progetto e nel cantiere di restauro, Atti del Seminario Internacional de Arqueologìa de la Arquitectura- Vitoria-Gasteiz, 18-21 febbraio 2002, in “Arqueologìa de la Arquitectura”, n. 1, Università dei Paesi Baschi, Vitoria-Gasteiz, 2002, (pp.113-130).
Argomenti | Riferimenti testi | |
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1 | Conoscenza degli edifici storici: il percorso metodologico del restauro e la fase di conoscenza | Varagnoli 1996; Fiorani 1996 |
2 | Analisi e interpretazione dello stato di conservazione | Fiorani 1996; Giuffrè 1993 |
3 | Il progetto di restauro | Giuffrè 1993; Doglioni 2002 |
Il completo svolgimento dell’esercitazione e la partecipazione attiva alle attività didattiche del corso sono condizioni necessarie per l’ammissione all’esame.
L’attività di esercitazione prevede la produzione di elaborati grafici atti a dimostrare la capacità di applicare le conoscenze teorico-pratiche acquisite attraverso lo studio e le lezioni proposte dalla docenza.
La prova d’esame, il cui carattere è prettamente individuale, contemplerà una discussione sui temi affrontati nel corso delle lezioni, la verifica dei contenuti della bibliografia riportata nel Syllabus e di quella eventualmente fornita durante il corso nonché l’illustrazione critica degli elaborati dell’esercitazione.
La valutazione complessiva del lavoro svolto nel laboratorio da ciascuno studente sarà determinata dalle seguenti prove:
1. Un colloquio finale (ovvero una prova scritta finale) per la valutazione sugli argomenti proposti nelle lezioni frontali e sui contenuti della bibliografia.
2. L’illustrazione critica dell’esercitazione progettuale svolta durante il corso.
La media delle valutazioni di 1 e 2 costituirà il voto d’esame finale.
Per la valutazione della prova orale (o) o scritta (s) il docente terrà conto dei seguenti elementi: la qualità delle risposte rispetto alle domande formulate, la capacità di collegamento con altri temi affrontati durante il corso, la capacità di riportare esempi, la proprietà di linguaggio tecnico e la capacità espressiva complessiva dello studente.
Esempi di domande d'esame: attività della fase di conoscenza nel progetto di restauro; definizione dei criteri del progetto di restauro; effetti del terremoto sugli edifici murari: i meccanismi di danno; valutazione della qualità meccanica di una muratura; definizione dei criteri del progetto di restauro.